MATERIALI
RAGAZZE/I
IO CI
SONO...
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TEMATICHE presenti:
vita - cresima
- preghiere dei ragazzi
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Canto:
E SONO SOLO UN UOMO
Io
lo so Signore che vengo da lontano
prima nel pensiero e poi nella tua mano
io mi rendo conto che Tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così.
Padre d'ogni uomo - e non t'ho visto mai
Spirito di vita - e nacqui da una donna
Figlio mio fratello - e sono solo un uomo
eppure io capisco che Tu sei Verità.
...
Io lo
so Signore che Tu mi sei vicino
Luce alla mia mente guida al mio cammino
mano che sorregge, sguardo che perdona
e non mi sembra vero che Tu esista così.
...
e so che posso sempre contare su di Te.
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RIFLESSIONI SULLA CRESIMA avvenuta domenica
29 marzo 2009 a LEVADA di Ponte di Piave.
La Cresima ha interessato 25 ragazzi di
I e II media della nostra Comunità cristiana.
La Cresima vista dai genitori: "Cresima o Dono
dello Spirito Santo: ma il mio ragazzo, i suoi amici comprenderanno,
sapranno “esserci”?
Questo è il primo pensiero che ho avuto alla notizia della S.
Cresima del 29 marzo 2009. Ho ripensato alla mia e questo mi ha fatto
riflettere sul tempo. Il tempo è una cosa che lo Spirito Santo
non conosce. “Lui” non ha fretta, “Lui” è
lento, agisce un po’ alla volta con pazienza e tenacia. Questo
sarà anche per loro, per questi ragazzi, che io ho visto sì
un po’ titubanti, forse anche intimoriti, ma fiduciosi, disponibili,
gioiosi e aperti per essere raggiunti da “Lui”. Della cerimonia
poi, mi resterà per sempre la cordialità di Don Livio
Buso, la spontaneità e le sue parole. Mi hanno colpito, risvegliandomi,
e forse anche altri come me, dal nostro torpore. L’unica nota
stonata: il tempo, con la pioggia che non ha smesso un minuto. Ma ci
vuole altro per fermare una così bella festa.
A voi ragazzi auguri e buona strada perché avete questo nuovo
amico invisibile e speciale che se vorrete vi accompagnerà sempre.
Coinvolgetelo, non lasciatelo in panchina, e non resterete delusi".
… dai cresimati:
"Per noi cresimati, quella che abbiamo vissuto e stiamo vivendo,
è ed è stata un’esperienza bellissima. Secondo il
nostro parere la Messa è stata bellissima e molto coinvolgente.
Don Livio a nome del vescovo ha fatto una bella e interessante predica,
ricca di energia, incoraggiamento ed entusiasmo. Attraverso le sue parole,
agiva in noi e ci ha donato il dono dello Spirito santo. Noi eravamo
molto attirati dal suo messaggio e abbiamo partecipato cogliendo il
dono con entusiasmo. Ci ha trattati come figli con le sue parole dolci
e il suo volto vivace. Così, in noi, è aumentata la capacità
di preghiera. Che bella cosa! Ma, come se non bastasse, abbiamo ricevuto
un altro dono. Una presenza speciale. Le nostre madrine e i nostri padrini.
Loro sono un aiuto e soprattutto una bella presenza nella nostra vita
e nei nostri cuori. Sono sempre interessati a noi, pronti a darci una
mano e a renderci felici, anche solo con uno sguardo. Infine vogliamo
ringraziare tutta la Comunità per averci donato questa bellissima
esperienza, che rimarrà per sempre nei nostri cuori.
… dalle catechiste:
noi catechiste siamo rappresentanti della comunità cristiana,
inviate con gioia per accompagnare il cammino di nuove persone che scelgono
di seguire Gesù, lasciarsi amare e guidare da lui attraverso
il suo Spirito di amore, benevolenza, sapienza, scienza, giustizia…
Sono infiniti i doni che ci fa e siamo felici che questi 25 ragazzi
abbiano vissuta questa festa con molta consapevolezza, con profondità
e contentezza e non solo perché ricevevano i regali. Almeno questo
è stato il nostro tentativo e crediamo che, come sempre, Dio
ha fatto il resto. Ringraziamo molto don Roberto per la sua presenza,
i genitori e i padrini per la collaborazione. A questi ragazzi vogliamo
bene e vogliamo per loro il meglio, perciò abbiamo pregato e
continueremo a pregare per loro: hanno dimostrato un gran cuore e ognuno
è un immenso tesoro. Noi ce ne siamo arricchite. Ora sappiamo
che anche Gesù può contare sicuramente su di loro.
Alla Messa: la preghiera
delle catechiste: Spirito santo, ti ringraziamo per averci affidato
questi ragazzi da accompagnare come catechiste. Loro ci donano il loro
entusiasmo e la loro voglia di crescere come tuoi veri amici e noi ti
chiediamo di saperli aiutare a sviluppare i doni che tu gli hai dato.
Ogni ragazza e ragazzo sia felice di essere quello che è, di
essere un testimone del tuo amore per tutti, di essere protagonista
nella nostra comunità.
… le preghiere dei ragazzi:
- Spirito santo aiutaci a saper ascoltare
la tua Parola, ciò che ci suggerisci nel profondo di noi e i
consigli degli altri. Per capire le tue vie, non cadere nelle tentazioni
e fare il bene nostro e della nostra famiglia.
- Spirito di Dio, dona a noi ragazzi cresimati
il coraggio di fare le nuove scelte, che il futuro ci pone davanti,
con sapienza, impegno e responsabilità soprattutto nello studio.
– Spirito santo fa’ che riusciamo
ad essere veri cristiani, tuoi amici. Donaci felicità, gentilezza
con gli altri, capacità di aiutare, soprattutto chi ha più
bisogno, amicizia, salute, compassione, fedeltà, sincerità,
saper perdonare e pregare per tutti.
– Spirito di Dio proteggi dal male
e guida le nostre famiglie, i nostri padrini, i nostri amici, la nostra
comunità di Levada.
ADULTI
- FAMIGLIE
PROTAGONISTI
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TEMATICHE presenti:
precarietà
e prospettive di vita - informazione e spirito critico
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RIFLESSIONI
su "Condividere
prospettive oltre la precarietà" e su "Come
cogliere in modo consapevole e critico le notizie di oggi e interpretarle
da cristiani"
In questi nostri
giorni quando qualcuno ci chiede di fermarci a pensare, a riflettere
per pre-occuparsi di qualcosa o di qualcuno spesso ci si sente rispondere:
Non me ne parlare…Ci penso e cercherò una soluzione…Ormai
non ci sono più le famiglie di una volta…Tutti rubano…
Se si tratta dei figli si cerca di confrontarsi con persone che non
ti facciano sentire in colpa come genitore perché sei stato assente
o troppo occupato a lavorare per il loro futuro (e loro magari ti chiedono
solo il tuo tempo!) o perché hai dato loro troppo, in senso materiale,
sostituendoti anche a loro o perché hai dato loro troppo poco…
Se si tratta di anziani o persone in situazione di disagio fisico si
cerca di mantenere il proprio lavoro dando in mani estranee, anche se
specializzate, persone con cui hai condiviso la vita e che vorrebbero
continuare ad essere presenti nella tua di vita…
Se si tratta di compagni di vita non sempre si ha la voglia e il tempo
di ascoltare i bisogni dell’altro ma si ascoltano egoisticamente
i propri.
I media del resto ti bombardano con messaggi, più o meno espliciti,
come: Per essere persone di successo bisogna mostrarsi, ostentando la
propria ricchezza , la propria bellezza, , la propria prepotenza, la
propria furbizia e sei OUT se non sei ricco, bello, curato,se non frequenti
i posti giusti, le persone giuste…
E in realtà non ti accorgi che diventi schiavo inseguendo questo
o quello, questa moda o l’altra…
Tutto questo mentre la gente comune si dispera, cerca dignitosamente
di campare fino alla fine del mese con qualche centinaia di euro, facendo
finta che tutto vada bene o ascolta indignata che qualche politico di
turno si preoccupa di aumentarsi lo stipendio di qualche migliaio di
euro!
Sentivo qualche giorno in tv un giovane cassaintegrato, a rischio di
lavoro, che diceva che oggi in Italia per fortuna c’è il
“ Partito dei nonni pensionati”: sono loro che spesso mantengono
figli adulti, addirittura famiglie giovani che avrebbero scarse possibilità
di sopravvivere autonomamente!
Parole come precarietà, razzismo, incomprensione, solitudine,
inquietudine serpeggiano nella vita di ogni giorno e ti impediscono
talvolta di vedere oltre nebbiosi pensieri.
Ma
è proprio così tutto? Io direi proprio di no…Sicuramente
parecchi sono i problemi che ci affliggono oggi ma bisogna impegnarsi
un po’ di più, ciascuno nel proprio piccolo e aver coraggio
di dire NO…
NO a chi pensa che gridando ti faccia paura e così ti può
togliere la libertà di parola…
NO a chi con la scusa del progresso ti toglie l’aria pura o avvelena
la tua acqua o l’intero pianeta…
NO a chi dice che rispetta gli altri e poi pratica schiavismi moderni…
NO a chi dice che i giovani sono privi di progetti e poi lavora fino
a 80 anni perché ha sempre vissuto per lavorare e non viceversa…
NO a chi pensa che la vita sia una lotta sul ring…
NO a chi non si accorge del sorriso di un tuo vicino, di una lucertolina
che si crogiola al sole…
NO a chi dice di volere educare e poi si disinteressa se la persona
di cui si cura non soddisfa le proprie aspettative…
Credo proprio che si deve invertire la rotta…Bisogna diventare
tutti adulti ed essere dei modelli positivi…
Non possiamo lagnarci che non ci sia lavoro se poi vogliamo:
Che i nostri figli non si sporchino le mani…Che diventino ingegneri
o dottori…
Che i lavori di cura delle persone amate vengano svolti da chi neanche
li capisce perché viene da luoghi distanti anche con il cuore…
Che il passare del tempo non scalfisca il nostro corpo, anche a discapito
della nostra saggezza…
…Tante sono le cose che rincorriamo ogni giorno …il possederli
ci dà l’illusione di riempire vuoti affettivi o etici che
abbiamo in profondità…
Ma tante sono le cose che possiamo fare, piccole ma importanti:
Incoraggiare i piccoli e i giovani ad avere fiducia nelle loro capacità,
ascoltandoli veramente, stando con loro e credere in loro e nei loro
progetti, anche quando questi vanno in direzioni opposte alle nostre;
Amare la natura avendone cura con ogni piccolo gesto quotidiano;
Condividere concretamente di più donando un po’ di noi
stessi e del nostro tempo;
Stabilire con i propri cari relazioni basate sul rispetto e sull’autonomia:
a volte noi genitori soffriamo “della Sindrome del nido vuoto”
e teniamo prigionieri i nostri cari;
Spegnere qualche volta la tv o il pc e stare a parlare con persone in
carne e ossa: ciò ti fa sentire vivo;
Abbandonare per qualche ora le nostre comode case e vestire i panni
di chi non ha una casa o una famiglia o chi ti ama;
Aiutare gli altri anche attraverso organizzazioni perché due
persone sole se stanno insieme non sono più sole;
Impegnarsi politicamente di più e non delegare ;
Essere modelli positivi in ogni senso, con le nostre debolezze ma con
la nostra grande forza nella speranza che ognuno di noi Può dare
di più, ogni giorno, sempre!
Vivere con slancio, adottando nuovi stili di vita: non bisogna buttare
via nulla di ciò che si è vissuto perché è
grazie a tutto questo che siamo così, quindi anche le traversie
ci hanno fatto scoprire nuove forze di noi stessi;
Avere il coraggio di cambiare, di rinnovarsi!
Una goccia è solo una goccia ma tante gocce sono un fiume, un
lago, un mare…
Francesca
C. (provincia di Treviso)
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INIZIALE
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MATERIALI
GIOVANISSIME/I
GIOVANI
VIVERE
CHE AVVENTURA!
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TEMATICHE presenti:
scelte di vita
- essere giovani - scoprire Cristo - preghiera
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Papa Benedetto XVI ai giovani
DAI DISCORSI PRONUNCIATI
IN AUSTRALIA
NELLA GMG 2008
"...Cari
amici, la vita non è governata dalla sorte, non è casuale.
La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta
da lui e ad essa è stato dato uno scopo!
La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze,
per quanto utili molti di tali eventi possano essere. È una
ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo
le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo,
cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità
e gioia.
Non lasciatevi ingannare da quanti vedono in voi semplicemente dei
consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove
la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda
come bellezza, l'esperienza soggettiva soppianta la verità.
Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è
la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita.
Così la "via" che gli Apostoli recarono sino ai confini
della terra è la vita in Cristo. È la vita della Chiesa.
E l'ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Battesimo”.
“…Cominciamo
a comprendere perché la ricerca di novità ci lascia
insoddisfatti e desiderosi di qualcos’altro. Non stiamo noi
forse ricercando un dono eterno? La sorgente che mai si esaurirà?
Con la samaritana esclamiamo: Dammi di quest’acqua, così
che non abbia più sete (cfr Gv 4,15)”.
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Quello
che mi pesa…
-
Quali difficoltà stai vivendo per realizzare il tuo sogno di
felicità?
- Dove sono gli ostacoli più grandi? In te, negli altri, in
famiglia, nell’ambiente esterno…? Realtà concrete
o atteggiamenti interiori?
Chi mi
aiuta?
-
Dove trovi o puoi trovare le risorse (opportunità e persone)
per superare le fatiche che provi?
- Sai volerti bene davvero?
- Credi che il Signore ti ama da sempre?
- Hai mai fatto esperienza di questo amore gratuito che precede ogni
tua iniziativa? Magari nella preghiera, nell’incontro con qualche
persona, in una sorpresa accaduta nella vita?
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Metti in circolo il tuo amore come quando
dici “perché no?”
Metti in circolo il tuo amore / come quando ammetti “non lo so”
Come quando dici “perché no?”
(Ligabue, metti in circolo il tuo amore)
Liberi di sognare più leggeri
della realtà
Liberi di sognare che prima o poi qualcuno ce la fa
Liberi di sognare guarda qualcuno sta volando già
perchè è libero di sognare.
(Gianluca Grignani, liberi di sognare)
…Di questi tempi si vende /qualsiasi
cosa anche la verità
ma non sarà così sempre perché tutto cambierà
Per ogni vita che nasce/ per ogni albero che fiorirà
Per ogni cosa del mondo / finchè il mondo girerà…
(cambierà)
(Neffa, Cambierà)
…Dimenticando il grande vuoto
intorno a me
senza mai voltarmi indietro me ne andrò da qui
La strada del mio cuore io ritroverò
in equilibrio fino in fondo arriverò / dove si respira liberi.
(Eros Ramazzotti, l’Equilibrista)
Perdona e dimenticherai
Per quanto possa fare male in fondo sai
che sei ancora qui
e dare tutto e dare tanto quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà
questo nodo lo sciolga il sole come sa fare la neve.
(Elisa, Una poesia anche per te)
Un concerto dentro me / la mia strada
so qual è
Siamo foreste, montagne inviolabili ma poi
A sorprenderci è il sole
che dissolve le ombre intorno a noi!
E impariamo a sperare un po’ di più, / a camminare , a
sognare insieme.
(Renato Zero, A braccia aperte)
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Dal Messaggio per la Giornata
mondiale della gioventù 1989 di Papa Giovanni Paolo II
Essere
giovani costituisce già di per sé una singolare ricchezza,
propria di ogni ragazzo e di ogni ragazza (cfr. “ Lettera ai
giovani e alle giovani del mondo”, 1985, n.3). Questa ricchezza
consiste, fra l'altro nel fatto che la vostra è un'età
di molte importanti scoperte. Ciascuno e ciascuna di voi scopre se
stesso, la propria personalità, il senso della propria esistenza,
la realtà del bene e del male. Scoprite anche tutto il mondo
che vi circonda il mondo degli uomini e il mondo della natura. Ora,
fra queste numerose scoperte non ne deve mancare una, che è
di importanza fondamentale per ogni essere umano: la scoperta personale
di Gesù Cristo. Scoprire Cristo sempre di nuovo e sempre meglio
è l'avventura più meravigliosa della nostra vita. Perciò…
desidero porre a ciascuno e a ciascuna di voi alcune domande molto
importanti ed indicarvi le risposte.
—Hai
già scoperto Cristo, che è la Via?
Sì, Gesù è per noi una via che conduce al Padre
la Via unica. Chi vuole raggiungere la salvezza, deve incamminarsi
per questa via. Voi giovani molto spesso vi trovate al bivio, non
sapendo quale strada scegliere, dove andare; ci sono tante strade
sbagliate, tante proposte facili, tante ambiguità. In tali
momenti non dimenticate che Cristo, col suo Vangelo, col suo esempio,
con i suoi comandamenti, è sempre e solo la via più
sicura, la via che sbocca in una piena e duratura felicità.
—Hai
già scoperto Cristo, che è la Verità?
La Verità è l'esigenza più profonda dello spirito
umano. Soprattutto i giovani sono affamati della Verità intorno
a Dio e all'uomo, alla vita ed al mondo. Nella mia prima Enciclica
“ Redemptor hominis” ho scritto: “L'uomo che vuole
comprendere se stesso fino in fondo, non soltanto secondo immediati,
parziali, spesso superficiali e perfino apparenti criteri e misure
del proprio essere deve, con la sua inquietudine e incertezza ed anche
con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte,
avvicinarsi a Cristo” (n.10). Cristo è la Parola di verità,
pronunciata da Dio stesso, come risposta a tutti gli interrogativi
del cuore umano. E colui che ci svela pienamente il mistero dell'uomo
e del mondo.
—Hai
già scoperto Cristo, che è la Vita?
Ciascuno di voi desidera tanto vivere la vita nella sua pienezza.
Vivete animati da grandi speranze, da tanti bei progetti per l'avvenire.
Non dimenticate, però, che la vera pienezza della vita si trova
solo in Cristo, morto e risorto per noi. Solo Cristo è capace
di riempire fino in fondo lo spazio del cuore umano. Egli solo dà
la forza e la gioia di vivere e ciò nonostante ogni limite
o impedimento esterno.
Sì, scoprire Cristo è la più bella avventura
della vostra vita. Ma non basta scoprirlo una volta sola. Ogni scoperta,
che si fa di Lui, diventa un invito a cercarlo sempre di più,
a conoscerlo ancora meglio mediante la preghiera, la partecipazione
ai sacramenti, la meditazione della sua Parola, la catechesi, l'ascolto
degl'insegnamenti della Chiesa. E’, questo, il nostro compito
più importante, come aveva capito molto bene san Paolo, quando
scriveva: “Per me, infatti, il vivere è Cristo”
(Fil 1,21).
Febbraio 2011 Centro di Como
VOCAZIONE-CHIAMATA ALLA VITA
“BENEDETTI E SPEZZATI”
Nel mese di gennaio si è svolto come ogni anno il Convegno Nazionale Vocazioni. Quest’anno l’incontro ha avuto questa titolo: “Quanti pane avete? Andate a vedere…”. Lo spunto è nato dall’icona della moltiplicazione dei pani nel racconto dell’evangelista Marco.
“Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo:”Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare”. Gli dissero:”Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?”. Ma egli disse loro:”Quanti pane avete? Andate a vedere”. Si informarono e dissero:”Cinque, e due pesci”. E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e di due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini”. (Mc.6,34-44)
In relazione a questo brano mi ha fatto molto pensare la riflessione guidata dal monaco benedettino Anselm Grun sul tema:”Una comunità cristiana guarita, educa con gioia alle scelte di vita”.
Don Leonardo D’Ascenzo vicedirettore CNV riporta l’intervento del monaco benedettino sul periodico “Settimana” Settimanale di attualità pastorale:
"Analizzando il tema di Marco, Grun ha osservato che non è tanto una moltiplicazione di pani per coloro che avevano dimenticato il pane, ma un’epifania della gloria di Dio. Solo spezzando il pane le folle possono ricevere il cibo di cui hanno bisogno. Compimento di questo prodigio è la morte di Gesù in croce, una morte che è fonte di vita. I presenti ricevono da Gesù cibo per il loro corpo e per la loro anima. Anche il nostro annuncio dovrebbe nutrire le persone, rincuorarle più che opprimerle.
Il monaco ha così commentato il gesto dello spezzare il pane e della distribuzione da parte di Gesù:
- prese il pane: abbiamo già preso l’amore dei genitori, di Dio. Fare l’esperienza di sentirci da loro accettati ci porta ad accettare noi stessi;
- benedisse il pane: siamo persone benedette. Dio ha detto parole buone su di noi: nel battesimo si è compiaciuto di noi. Essere benedetti determina che la vita divenga fruttuosa e, quindi, a nostra volta diveniamo benedizione per gli altri;
- spezzò: siamo uomini spezzati, le nostre ferite lo attestano. Queste possono essere un’opportunità: dove siamo spezzati vanno in frantumi le maschere, le corazze. Rimanere dietro la corazza significherebbe essere incapaci di amare;
- diede il pane ai suoi discepoli: anche noi dobbiamo donarci, ma possiamo farlo solo se prima abbiamo ricevuto. ‘E’ necessario “ricevere” e “donare”, i due movimenti sono fondamentali entrambi: chi solo prende rimarrà soffocato, ma chi solo dà rimarrà esaurito. Benedetti e spezzati per poter donare la benedizione ricevuta. Siamo sulla terra perché abbiamo una missione, non possiamo ruotare solo attorno a noi, prima o poi ci sentiremo isolati”.
Facciamo nostro questo invito di Anselm Grun: la nostra vita diventerà sempre più profumata e gustosa se sapremo diventare per gli altri pane benedetto e spezzato. Buona missione a tutti!
Annalisa
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LA
NOSTRA ESPERIENZA CON
"I BAMBINI DI ORNELLA"
Da un po' di tempo l'idea di fare un'esperienza di
volonta-
riato in Africa ci affascinava, ma era un' idea confusa... non
sapevamo dove andare e a fare cosa, finché una sera un no-
stro amico ci fece conoscere Severino Proserpio, fondatore
dei l' Associazione "I Bambini di Ornella".
Era proprio quello che faceva al caso nostro: un'associazio-
ne non troppo grande, legata alla realtà comasca, che si oc-
cupa di bambini in età scolare. Forti dei nostri anni come
ani-
matrici in oratorio, abbiamo pensato che forse qui ce la sa-
remmo potuta cavare!
Nei giorni prima della partenza (era il nostro primo soggior-
no nel continente africano) abbiamo avuto molti dubbi e pre-
occupazioni: saremo in grado di stare con i bambini, riuscire-
mo ad entrare in relazione con la gente e gli educatori del
centro e ad adattarci ad una realtà così diversa dalla
nostra?
Appena arrivate all'aeroporto di Dakar, assalite
dal caldo e
da migliaia di persone e poi in viaggio sull'auto verso Kelle sur
Mer, il villaggio dove si trova il Centro d'accoglienza "Giovan-ni
Quadroni" dell'associazione, con Severino che cercava di
darci qualche informazione, abbiamo pensato: "No, non ce la
faremo mai!".
Ma è stato solo un attimo, una questione di uno - due gior-
ni, perché poi l'Africa ti "rapisce", basta lasciarsi
andare.
Già il giorno dopo il nostro arrivo siamo andate al centro,
do-
ve abbiamo conosciuto i "bambini di spiaggia", chiamati
così
perché, non frequentando la scuola, passano gran parte della
giornata sulla spiaggia. Sono bambini vivaci, vogliono giocare
e avere attenzioni e per stare con loro servono entusiasmo,
creatività e voglia di mettersi in gioco. E' stato avviato
da
poco un progetto di prima scolarizzazione, e così durante la
mattinata, oltre ai giochi, vengono loro proposte attività
di disegno o di alfabetizzazione dagli educatori Pierre e Baba,
con lo scopo di insegnargli qualche parola di francese, che è
la lingua ufficiale parlata in Senegal e di preparali per un
eventuale inserimento a scuola.
Al centro vengono anche i talibé, che sono bambini affida-
ti dalla famiglia ai marobout, figure religiose presenti in Se-
negal, a cui si attribuiscono molteplici poteri, per esempio
vengono consultati per guarire malattie o per risolvere pro-
blemi di varia natura o per avere talismani contro lo cattiva
sorte. Ai ragazzi che vivono con loro, tutti maschi, con età
compresa tra i 5-6 anni fino ai 14-15 anni, insegnano il Cora-
no, ma, per il resto non si curano molto di loro e durante il
giorno li mandano a elemosinare.
Severino, Andrea (il direttore del centro) e gli educatori
Pierre e Baba, sono riusciti ad avere un contatto con i mara-
bout dei villaggi di Yene e Niangal e ad entrare nelle daare, i luoghi
dove vivono, per cercare di insegnare ai bambini un po'
di francese (questi bambini non andranno mai a scuola) e per
farsi conoscere da loro. E' stata una conquista importante e
ora sono gli stessi talibé che spesso vengono spontaneamen-
te al centro, dove hanno l'opportunità di lavarsi, di farsi
me-
dicare da Severino (ormai espertissimo di medicazioni e af-
fini!!!) e di giocare...
E i volontari cosa possono fare??? Di lavoro ce n'è molto,
non ci sia annoia certo! ...noi abbiamo cercato di fare al meglio
quello che ci veniva chiesto: aiutare Pierre e Baba a pre-
parare le schede didattiche, seguire con loro le attività di
prescolarizzazione, inventare giochi per i bambini, disegnare,
ballare con loro, ma, ripensando a queste tre settimane, è
si-
curarmente molto di più quello che abbiamo ricevuto da tutte
le persone incontrate, che quello che abbiamo potuto fare.
Conoscere una realtà così diversa, oltre che ad aprire
la
mente e a far capire che esistono mondi e modi di pensare
diametralmente opposti al nostro, ci è servito a riflettere
su
cose che spesso abbiamo dato per scontate.In primo luogo l'istruzione.
Tutte le attività del centro hanno lo scopo di dare ai ragazzi
almeno un minimo di istruzione. E questa è davvero una delle
priorità, perché qui dove non manca cibo e acqua e non
ci sono guerre, ciò che fa la differenza e dà la possibilità
di avere una chance per il futuro, è l'avere un minimo di scolarizzazione.
La maggior parte delle persone vive alla giornata, senza progetti
a lungo termine e questo non permette un progresso generale del paese.
Ci si sposa giovani, si hanno famiglie numerose (anche per il fatto
che essendo principalmente di religione musulmana gli uomini hanno
la possibilità di avere fino a quattro mogli) e quindi le donne
sono destinate ad occuparsi interamente dei figli, gli uomini a lavorare
per riuscire a mantenere la famiglia, ma spesso sono lavori precari
che danno redditi minimi (pescatori, venditori ambulanti, musicisti...).
La sensazione che abbiamo avuto parlando con i giovani del posto,
soprattutto con quelli che hanno avuto la possibilità di studiare,
è che però le cose stiano lentamente cambiando, sono
più coscienti della necessità di regolare i rapporti
tra uomo e donna e di controllare le nascite.
Tre settimane sono davvero poche per conoscere un paese
(e infatti siamo tornate convinte di voler ripetere questa esperienza),
ma sono state sufficienti per risvegliare in noi la
voglia di viaggiare, di conoscere, di aprire una porta verso il
mondo... abbiamo lasciato tanti amici, tanti bei ricordi, che non
avremmo mai potuto avere se ci fossimo lasciate sopraffare
dalle mille paure e pregiudizi e non fossimo partite.
Lisa e Isabella - Como
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